venerdì 22 marzo 2013

Fratelli dello Spazio Profondo di Erika Corvo - la scuola ricomincia

Cari naufraghi giunti sui bastioni, siamo finalmente rimontati in sella, pronti per riprendere il viaggio, e proseguire l'avvincente romanzo di Erika!

Vorrei anche cogliere l'occasione per ricordarvi che siamo ormai agli sgoccioli per quanto riguarda la settimana della lettura: avete ancora pochi giorni per scoprire tutti i titoli in offerta su amazon a 1 euro!
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Settimana della Lettura

Ma ora torniamo nello spazio!

Le quattro settimane di vacanze estive terminarono fin troppo in fretta. Ora
i nostri ritmi di vita sarebbero cambiati in modo radicale.
I nuovi arrivati – me compreso – avevano avuto il tempo per ambientarsi e
allacciare nuove amicizie, ed ora era il momento di dedicarsi alle cose
serie. Nei tre giorni precedenti all’inizio delle lezioni mi diedi parecchio da
fare con la definizione degli ultimi dettagli del programma che avrei
seguito.
Ma il mio chiodo fisso era il domandarmi quale tipo di atteggiamento
avrei dovuto tenere nei confronti dell’allievo più difficile e nel contempo
più promettente della scuola: Brian Black.
Sapevo già che mantenere la dovuta imparzialità nei suoi confronti sarebbe
stato un ingrato compito: tutti sapevano che ci frequentassimo e che
fossimo amici. Prendere apertamente le sue parti avrebbe in ogni caso
peggiorato ancora di più la sua situazione: l’avrebbero preso di mira come
“cocco del Devaj prof”, ed io avrei perso tutta la mia credibilità di fronte
agli altri allievi, prima ancora di essere riuscito a guadagnarmela.
<< Non voglio nessun favoritismo, Stylo. >> aveva chiarito subito Brian
un pomeriggio in cui gli avevo accennato il problema. << So difendermi
da solo, e sai bene che qualunque cosa tu farai o dirai in mio favore si
rivolterà contro di noi. Tanto, è una vita che sopporto i loro scherzi: posso
sopportare ancora. >>
Ma se lui sapeva bene cosa aspettarsi dagli allievi del suo corso, io, invece,
non lo sapevo, e la cosa mi innervosiva parecchio. Non era quello il modo
in cui avrei voluto iniziare l’anno scolastico.
Al mio ingresso in aula avevo trentacinque paia di occhi puntati su di me,
di cui trentaquattro ostili.
Iniziai con l’appello, tanto per familiarizzare con i nomi di tutti i presenti,
anche se conoscevo già, almeno di vista, la maggior parte di essi.
<< Non illudetevi che un professore giovane possa avere meno autorità di
uno anziano, ragazzi. >> fu la prima cosa che dissi, consapevole dell’età
media dei docenti a cui fossero abituati gli allievi. << Ragion per cui,
cercate di non alzare troppo la cresta o farò in modo di tagliarvela subito.
Inizieremo questa lezione con un breve ripasso delle ultime dello scorso
anno, giusto per farmi un’idea del vostro livello di preparazione. >>
Feci qualche domanda a casaccio, tanto per iniziare da qualche parte.
<< Ramirez, la velocità della luce... sai dirmi quale sia, esattamente? >>
<< 299.792,501 chilometri al secondo, Devaj prof. >>
<< Giusto. Secondo gli effetti della dilatazione del tempo dovuta agli
effetti della velocità, se un’astronave viaggiasse soltanto ad un centimetro
e mezzo in meno della velocità della luce,quali sarebbero le discrepanze
cronologiche tra la nave e il campo base? >>
<< Che al campo base trascorrerebbero mille anni mentre il tempo
trascorso sulla nave sarebbe solo di tre giorni e mezzo. >>
<< Ottimo, Ramirez. Gauthier, e se la velocità fosse di soli quattro metri
al secondo inferiore a quella della luce? >>
<< Trascorrerebbero due mesi a bordo della nave, contro i mille anni del
campo base. >>
<< Caibo, cos’è, il tempo, in parole povere? >>
<< Il tempo è un concetto misurabile, intimamente legato al concetto di
spazio, creato dalla curvatura prodotta dal Big Bang. >>
<< Benissimo. Dovrebbe essere già chiaro per tutti, dunque, che prima del
Big Bang non esisteva il tempo, e non esisteva nemmeno lo spazio. Queste
cose dobbiamo saperle perché se la maggior parte di voi, probabilmente,
viaggerà su e giù per la galassia un numero relativamente limitato di volte,
alcuni di voi, invece, guideranno a tempo pieno navi adatte al volo
nell’iperspazio, nel settore commerciale o in quello militare.
So che immaginare il “nulla” è molto difficile, perché alla parola “nulla”,
noi immaginiamo istintivamente un grande spazio vuoto. Prima del Big
Bang, invece, non c’era neanche il vuoto. E’ stata l’espansione a creare lo
spazio; anzi, lo spazio-tempo, assieme ad una grande nuvola di materia. In
questa nuvola, gli atomi iniziarono ad attrarsi tra loro in base alla legge
della fisica che lo stesso Big Bang aveva creato. A quel punto iniziarono a
crearsi nello spazio delle condensazioni di atomi, delle nuvolette più
concentrate che non sarebbero altro che le antenate delle galassie. Cosa
succede a questo punto, Black? >>
<< Che all’interno delle galassie si verificò un processo analogo, creando
dei punti di maggiore concentrazione sempre più densi e compatti, cioè le
stelle >> rispose brillantemente Brian << palle di gas su cui gli atomi
continuarono a piovere per attrazione gravitazionale, sottoponendo gli
atomi più interni ad una pressione sempre più grande, con un conseguente
aumento della temperatura.>>
<< Oh, a proposito, Black: qual era la temperatura al momento del Big
Bang? >>
<< Probabilmente oltre i cento milioni di gradi, ma non è un valore
esattamente calcolabile, perché si arriva ad una temperatura pressoché
infinita racchiusa in una iper-sfera di raggio nullo, Devaj prof. >>
<< Esposizione ineccepibile. Ma torniamo alle stelle. Bomakov, cosa
succede all’interno di queste sfere gassose quando la loro temperatura
interna oltrepassa un certo livello? >>
<< Qualora la temperatura superi i dieci milioni di gradi, gli atomi interni
di idrogeno, super caldi e super compressi, fondono. Una fusione nucleare
in cui gli atomi di idrogeno, compenetrando le loro particelle subatomiche,
si trasformano in atomi di elio, liberando una gran quantità di energia. >>
<< Ti ringrazio, Bomakov. Perciò la luce visibile di qualunque sole, altro
non è che il bagliore prodotto dal processo di fusione di una serie
ininterrotta di esplosioni nucleari che inviano radiazioni tutt’intorno, sotto
forma di luce, calore, e radiazioni di vario tipo. Alcune di esse, filtrate
dall’atmosfera dei pianeti su cui giungono, sono innocue; altre, invece,
possono essere nocive. In certi pianeti può essere molto pericoloso esporsi
troppo al sole. A lungo andare, gli effetti di queste radiazioni possono
provocare il cancro e certi tumori della pelle, specialmente in coloro che
svolgono attività costantemente all’aperto, come contadini, pescatori... >>
<< Black, a casa saranno già tutti morti, allora... >> ridacchiò, acida, la
voce di Bomakov.
Brian, nel banco avanti a quello di Bruno Bomakov, si girò in una frazione
di secondo punendo l’insolenza del compagno con un violento destro in
pieno viso. Balzò in ginocchio sul banco e, afferrato lo sciagurato per il
bavero, gli sputò in faccia. Caibo e Masquez, i due angeli custodi di
Bomakov, furono immediatamente addosso a Black, subito imitati da altri
tre compagni, dando il via a quella che se non avessi fermato subito,
sarebbe degenerata in una rissa generale.
<< Tutti fermi! Ho detto tutti fermi, ragazzi! >> gridai con quanto fiato
avessi, ma nessuno parve ascoltarmi.
Senza altri indugi, afferrai la mia sedia e la sfasciai con gran fracasso sul
banco vuoto di Brian, agguantandolo subito dopo dal groviglio di corpi che
a quel rumore si erano fermati di colpo, rimettendolo seduto al suo posto.


Per questa settimana, è tutto!
E, come sempre, vi invito ad acquistare i libri della bravissima Erika Corvo.
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