Questo week end vi lascio con un mio simpatico mini racconto horror... Devo dire che ho scoperto di divertirmi molto con questo tipo di storie.
Di sicuro non sarà l'ultima.
La storia di quella casa,
eh?
Ve la racconterò, così
come a me la raccontò il vecchio Joe...
Erano arrivati due mesi
prima.
Una coppia strana, a detta
di tutti: giovani, ma coi capelli già grigi e gli occhi scavati
dalle rughe. C'era da chiedersi come avessero potuto mettere al mondo
una bimba così vispa e graziosa: un angioletto dai capelli
nerissimi, che non faceva altro che correre di qua e di là. Non si
sarebbe potuto immaginare niente che stridesse di più con quei due
genitori slavati e stanchi di vivere.
Bastò una settimana
perché in tutto il quartiere non si facesse che mormorare a
proposito delle strane urla e cantilene che si udivano provenire da
quelle mura cadenti.
Stregoneria, dicevano
tutti.
La zingara che viveva
nella baracca a est del fiume aveva appeso strani pezzi di stoffa
alla tenda che le faceva da porta, e aveva smesso di uscire di casa,
dopo il tramonto. Diceva che il male era entrato in quella vallata.
Diceva che era colpa loro se gli animali morivano e i bambini
cadevano preda delle febbri.
E questo non era tutto.
La moglie stava sempre in
veranda o in cucina: quando era in veranda, guardava il vuoto
accarezzando i gatti, mentre quando era in cucina guardava sempre il
vuoto ma... li cucinava i gatti. O almeno questo era ciò che
sostenevano i ragazzi del quartiere.
Il marito non si vedeva
mai. Che lavoro facesse nessuno lo sapeva, ma usciva tutte le mattine
all'alba, trascinando dei sacchi che puzzavano di marcio.
I bambini dicevano alle
mamme che la loro nuova amichetta aveva sempre strani lividi intorno
al collo e scoppiava a piangere ogni volta che vedeva un gatto. Aveva
paura.
La gente era terrorizzata,
ma soprattutto provava pena per quella povera creatura. Come si
poteva fare per allontanare quella bimba innocente da quella casa
sacrilega?!
Il vecchio Joe, che
abitava proprio dall'altra parte della strada, ci pensava e ripensava
ogni notte. Pipa alla bocca, seduto nella sua veranda, quante volte
aveva visto la piccola sgattaiolare fuori furtiva nel cuore della
notte, per sfuggire alle urla e le percosse?
Qualcosa bisognava pur
fare!
Infine, una notte, le
grida dell'uomo erano diventate alte a tal punto che il vecchio Joe,
preso coraggio – e fucile, si era avviato verso la casa, deciso a
fermare quei due pazzi.
Spalancata la porta, aveva
scorto una scena che gli aveva gelato il sangue nelle vene: la
bambina, in piedi sul tavolo, picchiava la madre sulla schiena con un
lungo bastone.
Dal forno provenivano un
odore nauseabondo e dei gemiti soffocati.
“Come hai osato
tentare di nuovo di uccidermi? Tu... Stregone da strapazzo!” aveva
strillato la piccola vocina infantile, folle di rabbia, rivolta
proprio al forno. “Io sono il famiglio che vi ha dato Satana!”
La donna l'aveva allora
afferrata per il braccio, sopportando le sferzate.
“Uccidila!” aveva
implorato rivolta al vecchio Joe. “E brucia tutto!”
Quando, la mattina
successiva, le fiamme erano state domate, accanto al corpo
carbonizzato della donna, era stato ritrovato il cadavere di una
specie di enorme ratto, con un foro di proiettile nel cranio.
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