sabato 6 ottobre 2012

Un po' di orrore...

Salve a tutti da Cordelia! (^^)
Questo week end vi lascio con un mio simpatico mini racconto horror... Devo dire che ho scoperto di divertirmi molto con questo tipo di storie.
Di sicuro non sarà l'ultima.

La storia di quella casa, eh?
Ve la racconterò, così come a me la raccontò il vecchio Joe...
Erano arrivati due mesi prima.
Una coppia strana, a detta di tutti: giovani, ma coi capelli già grigi e gli occhi scavati dalle rughe. C'era da chiedersi come avessero potuto mettere al mondo una bimba così vispa e graziosa: un angioletto dai capelli nerissimi, che non faceva altro che correre di qua e di là. Non si sarebbe potuto immaginare niente che stridesse di più con quei due genitori slavati e stanchi di vivere.

Bastò una settimana perché in tutto il quartiere non si facesse che mormorare a proposito delle strane urla e cantilene che si udivano provenire da quelle mura cadenti.
Stregoneria, dicevano tutti.
La zingara che viveva nella baracca a est del fiume aveva appeso strani pezzi di stoffa alla tenda che le faceva da porta, e aveva smesso di uscire di casa, dopo il tramonto. Diceva che il male era entrato in quella vallata. Diceva che era colpa loro se gli animali morivano e i bambini cadevano preda delle febbri.
E questo non era tutto.
La moglie stava sempre in veranda o in cucina: quando era in veranda, guardava il vuoto accarezzando i gatti, mentre quando era in cucina guardava sempre il vuoto ma... li cucinava i gatti. O almeno questo era ciò che sostenevano i ragazzi del quartiere.
Il marito non si vedeva mai. Che lavoro facesse nessuno lo sapeva, ma usciva tutte le mattine all'alba, trascinando dei sacchi che puzzavano di marcio.
I bambini dicevano alle mamme che la loro nuova amichetta aveva sempre strani lividi intorno al collo e scoppiava a piangere ogni volta che vedeva un gatto. Aveva paura.
La gente era terrorizzata, ma soprattutto provava pena per quella povera creatura. Come si poteva fare per allontanare quella bimba innocente da quella casa sacrilega?!
Il vecchio Joe, che abitava proprio dall'altra parte della strada, ci pensava e ripensava ogni notte. Pipa alla bocca, seduto nella sua veranda, quante volte aveva visto la piccola sgattaiolare fuori furtiva nel cuore della notte, per sfuggire alle urla e le percosse?
Qualcosa bisognava pur fare!
Infine, una notte, le grida dell'uomo erano diventate alte a tal punto che il vecchio Joe, preso coraggio – e fucile, si era avviato verso la casa, deciso a fermare quei due pazzi.
Spalancata la porta, aveva scorto una scena che gli aveva gelato il sangue nelle vene: la bambina, in piedi sul tavolo, picchiava la madre sulla schiena con un lungo bastone.
Dal forno provenivano un odore nauseabondo e dei gemiti soffocati.
“Come hai osato tentare di nuovo di uccidermi? Tu... Stregone da strapazzo!” aveva strillato la piccola vocina infantile, folle di rabbia, rivolta proprio al forno. “Io sono il famiglio che vi ha dato Satana!”
La donna l'aveva allora afferrata per il braccio, sopportando le sferzate.
“Uccidila!” aveva implorato rivolta al vecchio Joe. “E brucia tutto!”
Quando, la mattina successiva, le fiamme erano state domate, accanto al corpo carbonizzato della donna, era stato ritrovato il cadavere di una specie di enorme ratto, con un foro di proiettile nel cranio.

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