lunedì 21 gennaio 2013

Fratelli dello Spazio Profondo - l'anteprima continua

Ed eccoci al secondo appuntamento con Erika Corvo e il suo Fratelli dello Spazio Profondo, di cui abbiamo il piacere di ospitare una lunga anteprima "a puntate": quest'oggi facciamo conoscenza col protagonista... Quindi fatevi avanti!
(per la prima parte, vi rimando al post precedente, sempre su Bastions of Illusion.


L’uomo aveva tutto l’aspetto dello spaziale a riposo di vecchio stampo, con la muscolatura e la pelle flaccida per effetto della forza di gravità, cui si era
disabituato durante gli anni di servizio a bordo di vascelli spaziali
<< Perfetto, per il progetto Hunter. >> rispose Krogg, risollevando con un
gesto della mano un ciuffo di capelli biondi che tendevano a ricadergli sul viso,
flaccidi e sbilenchi come tutto il resto. << E’ nel mio corso da quando è arrivato
qui, otto anni fa, e già da allora ha mostrato caratteristiche tali da essere
immediatamente segnalato a chi di dovere ed essere inserito nel progetto:
massima intelligenza, massimo impegno nello studio… Subito schernito da tutti
per via della sua provenienza; un pianeta minore appena affiliato, praticamente
sconosciuto. Non hanno mai smesso di deriderlo ed isolarlo; in barba ai suoi
magnifici risultati scolastici, o forse invidiosi di questi. Si è fatto notare subito
per il suo carattere rissoso e violento, indomabile. Reagisce con furia rabbiosa
ad ogni insulto e ad ogni provocazione, e da allora fa a botte quasi ogni giorno.
Non appena gli ufficiali federativi ci hanno comunicato la conferma al suo
inserimento al progetto, naturalmente, ci siamo adoperati affinché qualunque
studente si sentisse in diritto di sbeffeggiarlo apertamente, esasperando al
massimo grado le sue capacità di reazione e il suo istinto di sopravvivenza.
Ora come ora diffida di tutti, istintivamente. Se provocato diventa
violento e pericoloso, e se non ha ancora ucciso nessuno, probabilmente, è
solo perché ogni volta è stato fermato in tempo. Ma i federali sono
convinti che presto sarà maturo anche per l’omicidio. >>
<< Non ha mai sospettato di essere manovrato in qualche modo, e che certe
situazioni potessero essere state manipolate dall’alto? >> chiese Marvel,
l’insegnante grasso dai baffi spioventi.
<< E perché dovrebbe? Quando più di cinquecento allievi possono deriderti e
malmenarti impunemente e gli insegnanti non si scomodano più di tanto per
impedirlo, chiunque arriva a pensare di essere realmente un diverso, e che
cercare di ottenere il rispetto altrui tramite l’uso della violenza sia l’unica
soluzione possibile. >>

La navetta prese terra per la seconda volta, lasciando uscire un secondo gruppo
di ragazzini altrettanto spauriti dei primi.
Tra di questi spiccava per l’altezza un individuo dai capelli chiari, con una
grossa borsa come bagaglio a mano.
<< Hey, tu! Non sei un po’ cresciutello per il primo corso? >> gridò qualcuno
oltre la rete.
L’individuo si voltò lentamente. Non poteva essere un allievo. Portava un corto
pizzetto ben curato a contornargli bocca e mento, e non dimostrava meno di
venticinque, trent’anni.
<< Sei stato bocciato duecento volte? Devi proprio avercela dura, la zucca! >>
L’uomo non degnò di uno sguardo la piccola folla dall’altro lato della cinzione,
e ad un cenno del guidario incaricato, seguì il resto del gruppo fino ai cancelli
del minuscolo spazioporto.
<< Stai zitto, Bruno: è facile che quello sia un nuovo insegnante. >>
<< Naa, troppo giovane. Qui nessun docente ha meno di cinquant’anni, e poi
l’organico è già al completo. E’ più probabile che sia un guidario, e con quelli
si può scherzare lo stesso. >>
<< Fai un po’ come vuoi. Io, però, la tuo posto, sarei un po’ più prudente
finché non avrò visto il colore della divisa che indosserà. >>
<< Ci vorrà tutta l’estate allora. Sai anche tu che i nuovi arrivi giungono
qui al termine dell’anno, in modo che abbiano qualche settimana di tempo
per ambientarsi, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Non si ha più
molto tempo a disposizione, dopo. >>
<< E allora? >> fece l’altro allievo << Ci sono sempre tutti gli altri, se
proprio ti prudono le mani. Che bisogno hai di stuzzicare proprio
quello?>>
<< Forse hai ragione. Beh, qui lo spettacolo è finito >> concluse Bruno
guardando la navetta allontanarsi per la seconda volta dalla superficie del
pianeta. << Andiamo a cercare Black. >>
<< Sarà la solita preda, ma è pur sempre la migliore. >>

<< I nuovi allievi sono già qui da una settimana, e ancora non hanno
smesso di tormentare ME. >> pensò con disappunto Brian Black, uscendo
dalle docce della palestra, dove avevano luogo le gare estive delle varie
discipline sportive. << Sarà la solita storia anche quest’anno, temo: un
altro anno da incubo. >>
Giunto alla panca, scaraventò a terra l’asciugamano con un gesto di stizza,
costatando che la propria uniforme era scomparsa
<< Si ricomincia daccapo: un’altra brutta sorpresa. >>
Al posto della divisa, qualcuno aveva lasciato un rozzo paio di calzoni da
contadino e una camicia a quadrettoni di stoffa grezza e ruvida, sporchi di
strame di cavallo.
Dovevano averli sottratti di nascosto a qualcuno degli stallieri.
Brian si guardò intorno, aspettandosi di poter riconoscere dai sogghigni
più o meno palesi l’artefice dello scherzo.
Molti degli sguardi dei presenti erano fissi su di lui, ma solo quelli di
Bruno Bomakov e di un paio dei suo amici più fedeli rilucevano di gioia
maligna.
<< Allora? >> li apostrofò Black rimanendo immobile accanto alla panca,
nudo e gocciolante, sentendo montare in sé una gran rabbia per quella
interminabile sequenza di scherzi di pessimo gusto.
<< Allora, cosa? >> domandò di rimando Bomakov, beffardo.
<< I miei vestiti. Dove sono i miei vestiti?
<< E che vuoi che ne sappiamo, noi? >>
<< Perché, quelli non sono i tuoi? Eppure si addicono perfettamente ad un
provinciale come te… Dovresti provarli, sai? >>
<< Se non ti piacciono, puoi sempre scambiarli con quelli di qualche
novellino… ce ne sono tanti, non hai che da scegliere! >>
Parecchi tra i ragazzi più giovani presenti nello spogliatoio si affrettarono
a rivestirsi e a lasciare il locale temendo che il litigio tra i più grandi
potesse ritorcersi su di loro.
<< Posso scegliere? Benissimo, stronzo: voglio i tuoi, Bomakov. >>
<< Che? Non sono mica un novellino, io. >>
<< No? >> replicò Black inarcando un sopracciglio, avanzando verso il
giovane con atteggiamento minaccioso. << Eppure scommetto che
piangerai chiamando la mamma, quando ti avrò suonato a dovere. >>
Senza dargli il tempo di reagire, Black afferrò l’avversario per i corti
capelli scuri e, fattolo alzare con un violento strattone, lo colpì subito dopo
con un diretto allo stomaco. I due compagni di Bomakov scattarono
immediatamente all’impiedi cercando di afferrare il loro antagonista, ma i
corpo nudo di Black non offrì loro alcun appiglio.
Bastarono un paio di calci bene assestati a scaraventarli a terra dopo aver
fatto loro perdere l’equilibrio, facendoli scontrare dolorosamente contro un
paio di panche.
Il ragazzo trascinò allora Bomakov fino ai servizi, costringendolo ad
inginocchiarsi accanto ad uno dei water, infilandogli la testa all’interno, un
braccio torto dietro la schiena.
Il malcapitato si divincolò come una furia quando Brian azionò lo
sciacquone.
<< Da merda che sei non meriti altro. Peccato che tu sa troppo grosso per
infilarti tutto nel buco e vederti scomparire. >>
<< Lasciami, maledetto! La pagherai! Te lo giuro! >> gridò il ragazzo con
voce strozzata.
Black lo rialzò con uno strattone, e un violento diretto in pieno viso lo
mandò a sbattere contro una parete, sanguinando dalle labbra rotte.
Soddisfatto del suo operato, Brian tornò alle panche dove, impossessatosi
degli abiti del suo nemico, li infilò velocemente ed uscì dallo spogliatoio,
sbattendo la porta dietro di sé.
Caibo e Masquez rialzarono Bomakov, furioso e dolorante.
<< Questa me la pagherà cara, quel brutto contadino bastardo! Chiamiamo
anche gli altri e andiamo a cercarlo. >>
<< Armati? >>
<< No. Niente lame. Pugni e bastoni danno più soddisfazione. >>
Da una finestra in un corridoio del pianterreno, Black osservò sette giovani
domandare informazioni ad un ragazzo del terzo corso, il quale indicò la
direzione in cui si trovava. Uno dei sette era Bruno Bomakov.
Brian si appostò dietro la porta della stanza in cui si era nascosto in
previsione di un attacco in forze.
Non appena sentì un brusio di voci oltre l’uscio e vide la maniglia iniziare
ad abbassarsi, senza perdere tempo spalancò la porta con un formidabile
calcio, cogliendo di sorpresa almeno tre avversari, di cui due rotolarono a
terra perdendo sangue dal naso. Subito dopo si lanciò attraverso la finestra
aperta, rotolando sull’aiola fiorita al disotto di essa.
Gli inseguitori irruppero nella stanza e, trovandola vuota, si affacciarono
alla finestra.
Immediatamente furono bersagliati da un nutrito lancio di vasi di fiori,
scagliati da un Brian ben deciso a vendere cara la pelle. Subito dopo aver
esaurito i vasi disponibili, si diede alla fuga attraversando di corsa il cortile
dai vialetti inghiaiati.


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Supportiamo tutti questa nuova visitatrice dei Bastioni dell'Illusione!

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